
Articolo pubblicato sulla rivista L’Apicoltore Italiano di maggio-giugno 2022
In viaggio per l’Italia per monti e mari per vincere un’altra sfida.
Il turismo in Italia è una questione culturale. Centri d’arte di gran classe, o piccoli centri, arroccati su ardue colline o in piccole isole, tutti con splendidi tesori da gustare nelle giornate dedicate alla scoperta del nostro patrimonio, sono talmente diffusi che non ce ne accorgiamo quasi più. Eppure essi hanno contribuito a formare il nostro stile italiano, così singolare nel mondo. Siano calde giornate estive o fredde e piovose invernali, l’Italia è uno scrigno colmo di tante scoperte preziose.
L’Unesco ci riconosce la leadership mondiale dei siti che costituiscono il Patrimonio dell’Umanità e una congrua fetta di eccellenze immateriali, alcune tra queste hanno anche aspetti … appetitosi, come la dieta mediterranea, la vite ad alberello di Pantelleria e l’arte bianca del “pizzaiuolo” napoletano.
Si sa anche il gusto in Italia pretende la sua parte. E d’altra parte non c’è una Regione in questo Paese che non possa offrire un suo piatto tradizionale (alcune un intero menù), un vino o un formaggio che ne interpretino le virtù naturali: il clima, il suolo, la storia, la vita dei suoi abitanti, flora e fauna incluse (disegno di Maurizia Gentili con polline e vino).
IL TURISMO IN CAMPAGNA.
La piccola vita agreste offre alcune opportunità che l’esperienza della pandemia e le tragiche vicende belliche ci hanno insegnato: la necessità di staccare la spina per un po’, recuperare una serenità per qualche giorno e riassaporare la natura, con i suoi frutti e i suoi ritmi.
Dai dati che emergono dalle ricerche scientifiche recenti, emerge uno stato di stress della popolazione cittadina molto elevato. Le limitazioni a cui siamo stati sottoposti sono state più visibili nelle grandi città rispetto alla campagna e queste, a loro volta, maggiori confrontate a quelle sofferte in aree di montagna. Pensiamo al solo obbligo delle mascherine da indossare all’aperto. O alla necessità della distanza tra le persone.
Da noi, in Italia, è difficile trovare una solitaria “location”, talmente distante da qualche centro di attrazione per curiosità storiche, ambientali o squisitamente culinarie da sembrare una struttura per eremiti. Eppure in queste rare strutture con il loro fascinoso “ozio” al quale abbandonarsi per recuperare le energie, sono offerte sagge opportunità per esplorare nuove esperienze. Spesso si offrono incantevoli passeggiate o curiose attività fisiche e mentali da sperimentare. Tra queste l’apiturismo con una visione nuova come quella offerta dall’apiterapia e dall’apiario olistico.
APITURISMO E APIARIO OLISTICO.
In questa attività, siamo in un Paese strano: offriamo mieli stupendi, di cui ci si dovrebbe inorgoglire, ma con un approccio talvolta modesto, rispetto al valore reale di questi prodotti naturali.
In parte, forse, nasce dalla esperienza agricola nella quale si vende se necessario, se in esubero, anche sapendo dello sforzo costato per dar vita a questo prodotto, molto spesso sottovalutando il valore non solo nutritivo, ma ciò che significa il suo uso per il nostro benessere, come avviene per gli altri prodotti apistici.
Tra le esperienze di un turismo centrato sull’apicoltura, nate dalla passione per l’apicoltura, per la cultura verso le altre produzioni tipiche del territorio, siano esse il vino, il formaggio, le carni lavorate e le piante aromatiche, e amplificate dalla conoscenza storico-paesaggistica del territorio, ve ne sono alcune di tutto rilievo in Italia, dalle Marche (in foto: Country House Salomone/Matelica) alla Puglia, dal Piemonte alla Basilicata e dalla Sardegna al Veneto.
In un territorio così vasto, visibilmente disomogeneo nelle sue culture e ospitale come l’Italia, queste strutture però sono rare.
In altri Paesi, in cui l’apiterapia si è evoluta da molti anni prima che da noi, viaggiare tra boschi e montagne per chilometri e chilometri è quasi una normalità. In piccoli centri di pochi abitanti si offre l’ospitalità rurale e schietta di apicoltori innamorati della propria professione e del luogo in cui operano le proprie api. A questa esperienza produttiva (mieli, propoli e pappa reale) si aggiunge la pratica dell’apiterapia, spesso ereditata in modo empirico, raramente approfondita scientificamente.
Così si aggiungono i vari tipi di massaggi, talvolta svolti malamente, con il miele e gli oli essenziali, la degustazione delle piccole produzioni locali, come i formaggi e le conserve con i mieli. Anche i piatti tipici e dolci locali arricchiti dal gusto dei mieli prodotti in zona donano una sfumatura di folclore beneaccetto. E lì si conclude l’offerta turistica basica. In altre strutture si aggiungono esperienze nelle casette delle api, che qui chiameremmo apiari olistici, nelle quali “immergersi” totalmente nel mondo delle api, respirando il dolce profumo di cera, propoli, polline e miele, lasciandosi incantare dal ronzio appena percettibile delle api. Un po’ come farsi ape.
L’esperienza positiva, maturata in altre Regioni d’Europa con queste strutture, ne ha favorito lo sviluppo e le applicazioni: dall’apiaromaterapia, con i suoi risultati per alleviare problemi respiratori, si è passati alla meditazione e alle tecniche di rilassamento utili per ridurre le tensioni emotive conseguenti al periodo Covid e all’incerto presente, attraversato dai conflitti bellici e sociali.
APITURISMO IN ITALIA.
Eccoci quindi a parlare di possibili sviluppi qui da noi. Chi è già avanti, perché coraggiosamente ha avviato da qualche anno questo processo di ammodernamento della propria offerta, cerca il completamento della sua proposta con l’apiario olistico, sia come mezzo per la divulgazione dell’apicoltura nelle scuole che per l’offerta turistica. Una mezza giornata tra mare e monti, tra musei e cantine, tra malghe e laghi, per poi passare qualche ora, anche dormendoci, nel ricco e dolce profumo dell’apiario olistico.
La capacità di attrarre il cliente con un sapiente massaggio del viso e del corpo con il miele e gli oleoliti, prodotti, come per i mieli, con le erbe dei territori in cui “pascolano” le proprie api, fanno la differenza. Diviene più apprezzabile il lavoro delle api e dell’apicoltore, quale mediatore tra il cliente e il territorio.

Ciò valorizza ulteriormente la proposta per i potenziali ospiti, che cercano il contatto con la natura. La curiosità iniziale dei clienti deve però incontrare la professionalità degli operatori che agiscono in queste attività rurali, per evitare gli sgradevoli risultati che si riflettono nella perdita della fiducia, come avvenuto in passato per altre realtà pilota, come i primi insediamenti agrituristici.
Ben vengano di conseguenza corsi finalizzati alla comprensione di tecniche che possano migliorare il godimento delle esperienze nell’apiario olistico. Le strutture dotate di spa, come all’estero già avviene, e che si completano con apiari olistici, emergono dall’offerta diventata “piatta” con percorsi del benessere fisico (massaggi al miele, tecniche di respirazione) e mentale (il rilassamento in apiario).
Offrire una ospitalità nel periodo di raccolta dei primi mieli primaverili ed estivi in un apiario olistico è come permettere al cliente di visitare dal di dentro le arnie, comprendere la loro vitalità e “aspirarne” le sensazioni.
Considerate le qualità dei mieli e delle propoli nostrane, il completare le conoscenze dei prodotti con quelle dell’apiterapia, ormai così addentro ai meccanismi biologici che si attivano con il loro impiego, è un passo indispensabile per far comprenderne meglio il valore, senza le iperboliche mistificazioni dei social media, e completando la propria cultura tecnica.

In queste nuove opportunità, fare rete è un mezzo vincente per raggiungere il cliente che desidera scoprire la natura, e realizzandolo in modo professionale. L’apicoltore, motore con le sue api e le sue conoscenze apistiche dell’iniziativa, dovrebbe collaborare con altre professionalità (per esempio: estetiste, operatori del benessere od olistici, naturopati, insegnanti di pratiche yoga o delle varie tecniche respiratorie), offrendo le soluzioni più idonee per la realtà in cui opera. Pensiamo alla montagna, che con i suoi sentieri e boschi, potrebbe regalare emozioni ai turisti che rientrano, con il dolce rilassamento serale nell’apiario (in foto: Alveare da Favola/Cassano delle Murge). In Italia, con un paesaggio così complesso e in una penisola che si spinge dalle vette delle Alpi al centro del mar Mediterraneo, non mancherebbero le squisitezze dei mieli dei territori, così vari e spesso unici! Una carta vincente per attrarre cultori del buongusto e del benessere.
Vedi il sito www.apiturismoitalia.com
MAPPA DEGLI APIARI OLISTICI IN ITALIA
a cura del dr. Piero Milella