Ecco qui un suggerimento per la pelle in generale, e per le labbra in particolare, che in inverno possono essere il bersaglio del freddo e vento. Un balsamo per trattare le imperfezioni della pelle e per la guarigione di piccole ferite. In Egitto è ancora oggi una vera e propria tradizione; si dice venisse usato già da Cleopatra in persona.
Usare il miele grezzo per migliorare il sonno o come aiuto per dormire potrebbe sembrare un po’ un’affermazione azzardata perché il miele è solo zucchero salutare, giusto? Beh, in realtà no. C’è molto di più nel miele di quanto sembri. Che tu ci creda o no, il miele può aiutarti a dormire meglio, con un sonno più profondo e più riposante.
Il miele, già definito elisir di lunga vita da Pitagora, nei secoli è sempre stato considerato alimento essenziale e nutrimento spirituale. Le proprietà benefiche del miele risalgono a tempi immemori, circa 3000 anni prima della nascita di Cristo. Gli Egizi furono i primi a sfruttarne tutto il potenziale: spirituale, cosmetico e nutraceutico; testimonianze che trovano conferme nelle tombe dei faraoni. Durante gli scavi archeologici, infatti, sono stati ritrovati vasi di miele che veniva utilizzato durante i riti di mummificazione o per curare disturbi digestivi, scottature e ferite.
Rimaniamo ancora un po’ nella storia dell’apiterapia e delle medicine tradizionali
Nel palazzo di Asurnasirpal a Nimrud, gli archeologi scoprirono un bassorilievo dove era rappresentato Assov, dio alato protettore delle messi, nell’intento di impollinare il fiore del dattero. I dati letterali testimoniano come gli Assiri conoscessero l’arte del trattare le api, dato che sembra essi sapessero dare origine ad un suono che poteva condizionare il loro movimento.
Articolo pubblicato sul numero di novembre 2022 della rivista L’Apicoltore Italiano.
Nell’intestino ci sono il 60-70% delle cellule del sistema immunitario. Ogni giorno, quando ci nutriamo, permettiamo che l’alimentazione lo attraversi; questa azione non soddisfa soltanto il nostro fabbisogno energetico, ma nutre anche le migliaia di batteri (circa 1,5 kg!!! in tutto il tratto intestinale) che, al suo interno, vivono in colonie.
Disegno di Maurizia Gentili realizzato con polline e vino
Articolo pubblicato sulla rivista L’Apicoltore Italiano di maggio-giugno 2022
In viaggio per l’Italia per monti e mari per vincere un’altra sfida.
Il turismo in Italia è una questione culturale. Centri d’arte di gran classe, o piccoli centri, arroccati su ardue colline o in piccole isole, tutti con splendidi tesori da gustare nelle giornate dedicate alla scoperta del nostro patrimonio, sono talmente diffusi che non ce ne accorgiamo quasi più. Eppure essi hanno contribuito a formare il nostro stile italiano, così singolare nel mondo. Siano calde giornate estive o fredde e piovose invernali, l’Italia è uno scrigno colmo di tante scoperte preziose.
Spesso, parlando di diete alimentari (e sottolineo diete perché mi pare giunto il momento di sdoganare questo termine antico), viene chiesto se ciò che mangiamo possa modificare anche il nostro assetto genetico.
Cioè se scegliendo un particolare alimento rispetto ad un altro si attuino dei cambiamenti nel come le nostre cellule riescano a spegnere o accendere i loro geni; è questo uno dei tanti quesiti dell’epigenetica, campo della biologia che studia la variazione del comportamento di una cellula (o tessuto cellulare) rispetto ad una sua gemella o clone sottoposta a condizioni esterne diverse. La sua alimentazione è una delle possibili sorgenti di pressione a modificarsi, nonostante il suo DNA resti totalmente simile alla sua sorella o clone.
Quando si acquista un vasetto di miele, la maggior parte delle persone evita quello cristallizzato, trovandolo “vecchio”, “pieno di zucchero” o, nella migliore delle ipotesi, “difficile da mangiare”. Sono invece sedotti da quel miele cremoso, trasparente e dorato che scorre, come spesso si vede negli spot pubblicitari. È un grosso errore, dicono gli esperti! Ricordiamoci che il miele è un prodotto vivo e pertanto suscettibile di modifiche che fanno parte della sua composizione.
La saliva veniva usata regolarmente tanto dagli egizi quanto dagli esseni nei vari usi terapeutici. Il terapeuta ne mescolava una piccola quantità del paziente con un po’ di terra che il malato prelevava nel luogo dove viveva. La poltiglia veniva sistemata, come un’unzione, nella parte più alta della fronte, alla radice centrale dei capelli, (tra il 7°e il 6°chakra) e sul punto del corpo sofferente, per creare un’apertura ed un collegamento tra i due chakra.
Come si sviluppa una nuova tecnologia partendo dal miele
Il miele potrebbe essere una soluzione dolce per sviluppare componenti ecologici per i computer neuromorfici, sistemi progettati per imitare i neuroni e le sinapsi che si trovano nel cervello umano. Salutato da alcuni come il futuro dell’informatica, i sistemi neuromorfici sono molto più veloci e usano molta meno energia dei computer tradizionali. Gli ingegneri della Washington State University hanno dimostrato un modo per renderli anche più organici. In uno studio pubblicato sul Journal of Physics D, i ricercatori mostrano che il miele può essere usato per fare un memristor, un componente simile a un transistor che può non solo elaborare ma anche immagazzinare dati in memoria.