Che ne diresti di un petto di pollo al veleno d’ape? O una cura a base di veleno? Non direi che siano scelte facili eppure… I Ricercatori coreani, spinti dalla inarrestabile necessità di migliorare la quantità di cibo disponibile, hanno sperimentato gli effetti del veleno d’ape sui polli da carne. Questi polli raggiungono il peso da macello tra le quattro e le sette settimane, e in particolare offrono il loro petto prosperoso alla veloce trasformazione in fesa.
Il polline, nella forma di piccoli granelli che tutti noi conosciamo, viene trasportato dalle api nell’alveare e qui, una volta sganciato dalla cestella del polline, sita nel terzo paio di zampe, viene stoccato in apposite celle come futura fonte di nutrimento per la famiglia. Ma da dove derivano questi granelli e come si formano? Ognuno di essi è formato da una miriade di microscopici corpuscoli, che ricoprono il corpo dell’ape mentre lei passa di fiore in fiore e piano li riunisce in forma di palline, mediante una azione di pettinatura e di impastamento con un po’ di nettare contenuto nella borsa melaria. Grazie a questo procedimento l’ape permette l’impollinazione dei fiori visitati, fino a mille in un giorno per singola ape! Il polline infatti rappresenta l’elemento fecondante maschile del fiore, necessario per la riproduzione delle piante e la formazione del seme. L’esperimento che dimostrò scientificamente questo processo fu condotto da Rudolph Jakob Camerarius (1665-1721 d.C.) che, isolando su un albero in fioritura una parte dei fiori, dimostrò la presenza dei semi solo nei frutti derivati da fiori non isolati e sottoposti quindi all’azione del polline. Dall’impollinazione dipende la salvaguardia della biodiversità delle specie selvatiche e un miglior raccolto, in termini di produzione e qualità, delle piante coltivate. Le caratteristiche fisico-chimiche dei granuli pollinici variano molto tra le varie specie vegetali, e il loro studio permette, grazie ad una disciplina scientifica dedicata, la melissopalinologia, di stabilire con certezza l’origine botanica e geografica dei mieli, scoprendo eventuali frodi.
Articolo pubblicato sulla rivista “L’Apicoltore Italiano” – numero di Maggio-Giugno 2020
Esploriamo i nostri cinque sensi e scopriamo come sono collegati con il lavoro delle api e come i prodotti delle api possono aiutarli. Continua a leggere →
L’efficacia antibatterica del miele è ben conosciuta fin dai tempi più antichi, l’obiettivo di questo studio (Wild honey facilitates antibacterial efficacy of penicillin and amoxicillin–clavulanic acid – pubblicato sul Journal of Apitherapy ad aprile 2020 – per scaricare lo studio completo clicca qui) era di valutare il miele grezzo per trovare degli analoghi della penicillina visto che sono sempre più numerosi i casi di resistenza batterica alla penicillina e agli antibiotici in generale. Continua a leggere →
Una piccola emozione per una festa ancora sottotono per le piccole ma “grandi” API. Sono tante, racchiuse in arnie di legno, di terracotta o in mezzo a mattoni forati; ma tante hanno scelto la vita selvaggia, in cavità addomesticate dalla loro geometria, in tronchi cavi, nel terreno, tra muri secolari di chiese e splendide mura preistoriche. LIBERE! Continua a leggere →
Articolo pubblicato sulla rivista “L’Apicoltore Italiano” – numero di Aprile 2020
Gli apicoltori che vogliono avvicinarsi al mondo dell’Apiterapia devono proporsi di fornire prodotti BIO, di alto grado di purezza, perseguendo soprattutto la qualità che richiede una sapiente gestione dell’apiario imitando proprio i comportamenti e i valori primari delle api, Continua a leggere →
Articolo pubblicato sulla rivista “L’Apicoltore italiano” – numero di Marzo 2020
Api d’oro si appoggiano a sottili steli fioriti di rose selvatiche, in un tripudio di grappoli d’uva e fronde di quercia, tra le quali si erige una dea alata accompagnata da piccoli amorini. Una descrizione di fantasia, direte. No, concreta visione di uno splendido diadema del quarto secolo a.C., la corona di Kritonios. Come le api magnificamente raffigurate, la corona sciamò dalla Basilicata Continua a leggere →
Siamo in un periodo in cui parlare di virus è come parlare di campionato di calcio. Se ne parla in casa e al bar (fino alle 18 non oltre!). Aggiungere qualcosa sembra difficile, ma ci provo. Continua a leggere →
Articolo uscito sul numero di gennaio 2020 della rivista “L’apicoltore Italiano”
La World Biodiversity Association onlus è un’associazione formata da naturalisti, botanici, zoologi e semplici appassionati della natura, impegnati nella conoscenza e conservazione degli hotspot di biodiversità in Italia e nel mondo.
Tra i membri dell’associazione, nell’ottobre del 2019, un piccolo gruppo di operatori del benessere e apicoltori si organizza e si struttura per costituire un nuovo nucleo operativo, dedicato alle api, Continua a leggere →
La dismenorrea primaria (dolori associati al ciclo mestruale) si presenta solitamente senza una patologia pelvica associata ed è comune nelle adolescenti e nelle giovani donne. Lo studio di seguito riportato (The effect of bee prepolis on primary dysmenorrhea: a randomized clinical trial – Obstet Gynecol Sci. 2019 Sep;62(5):352-356. Published online Jul 26, 2019) ha valutato il sollievo che può dare la propoli in caso di dismenorrea primaria. Continua a leggere →