API E AGROECOLOGIA

Se diciamo Chimica associamo la parola direttamente a sostanze velenose o dannose, ma non dovrebbe essere così, o per lo meno ci auguriamo che cambi presto la situazione.

Nell’Antropogene, l’epoca geologica attuale, l’uomo è predominante e l’attività dell’uomo fortemente caratterizzata, la Chimica gioca un ruolo fondamentale e il suo compito deve divenire quello di custodire il pianeta e aiutare a ridurre le diseguaglianze mediante l’uso delle energie rinnovabili e dell’economia circolare. Allo stato attuale la terra risulta fortemente inquinata e i pesticidi causano danni ormai dimostrati scientificamente, secondo l’ONU: inquinano l’ambiente, uccidono o fanno ammalare le persone, destabilizzano l’ecosistema alterando il rapporto tra prede e predatori, limitano la biodiversità.

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MA LE API VIBRANO PROPRIO A 432 Hz?

Abbiamo perso la capacità di ascoltare i suoni della natura che fino a qualche decennio fa non erano sommersi dal rumore frenetico delle nostre città e aprivano varchi alla sobria attenzione, alla misurata autonomia delle sensazioni reali del nostro corpo e del mondo circostante.

Non prestiamo più attenzione al fruscio delle foglie spinte dal vento, così come non sentiamo più le vibrazioni delle ali delle farfalle che ci passano vicine al viso. Il ruscellare dell’acqua, il costante ritmo della risacca sulla spiaggia, della pioggia in un bosco non riescono più a essere i nostri compagni di passeggiate.

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Le api insegnano a liberare la mente e a motivarsi: una esperienza dalla Grecia

Leros è una splendida isola greca del Dodecaneso (1) vicinissima a Kalimnos, celebre per le sue magnifiche spugne. Era una isola dedicata alla dea Artemide, divenuta Diana nella cultura latina. Giusto per gustarne le sue marine riporto una foto che, ora come non mai, mette in moto la nostra curiosità turistica.

Ma ciò che vedremo non è il turismo ma un approccio, con le api, che è stato condotto su una delle colline che circondano il porto di Lakki; da questa collina, che si affaccia sulle acque azzurre del porto, si aggirano degli apicoltori “speciali”, che si dedicano alle operazioni di gestione delle arnie lì presenti. Come in quasi tutta la Grecia, specialmente nelle isole, l’attività dell’apicoltore è un benemerito lavoro che dona i suoi frutti nei famosi dolci e preparazioni elleniche.

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APITURISMO: COME ESALTARE LA CULTURA E LE ESPERIENZE APISTICHE DEL TERRITORIO

Disegno di Maurizia Gentili realizzato con polline e vino

Articolo pubblicato sulla rivista L’Apicoltore Italiano di maggio-giugno 2022

In viaggio per l’Italia per monti e mari per vincere un’altra sfida.

Il turismo in Italia è una questione culturale. Centri d’arte di gran classe, o piccoli centri, arroccati su ardue colline o in piccole isole, tutti con splendidi tesori da gustare nelle giornate dedicate alla scoperta del nostro patrimonio, sono talmente diffusi che non ce ne accorgiamo quasi più.  Eppure essi hanno contribuito a formare il nostro stile italiano, così singolare nel mondo. Siano calde giornate estive o fredde e piovose invernali, l’Italia è uno scrigno colmo di tante scoperte preziose.

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LA BIODIVERSITA’ FAVORISCE LA SOPRAVVIVENZA DEGLI IMPOLLINATORI

La rigogliosa gamma di fiori di un prato ha bisogno di un’intera falange di api per impollinarli, molto più delle api da miele e dei bombi che la maggior parte delle persone conosce, secondo un nuovo studio di un team di ricercatori tra cui l’entomologo Michael Roswell dell’Università del Maryland. Roswell ha contribuito a dimostrare che le api meno comuni sono molto più importanti per la salute dell’ecosistema di quanto documentato in precedenza.

Le ricerche precedenti sulle api come impollinatori tendevano a concentrarsi su piante specifiche – spesso colture – o su intere comunità di piante come se fossero una singola entità. Questo tendeva a enfatizzare eccessivamente il contributo delle api più comuni, soprattutto perché il 2% delle specie di api forniva l’80% dell’impollinazione nelle colture. Ma nessun lavoro precedente aveva posto la domanda fondamentale: Quante specie di impollinatori sono necessarie per impollinare tutte le specie in una data comunità di piante?

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Quando le api scendono dall’Alpe Adria a Sacile.

Ovvero la vita dei mieli in piazza.

Una piccola Venezia sul miele, ecco cosa era Sacile, Città del Miele (1), in un sabato e una domenica di Ottobre. Una riscoperta dei mieli friulani (2) e delle prelibatezze della zona. Già da Sabato pomeriggio i bambini gridavano estasiati durante i racconti dei loro Maestri di Apicoltura, tra arnie e favi, le piccole api operaie e la grande regina. Le loro parole si scioglievano nel porticato del Comune, addobbato da piccola arena nei boschi.

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COSA SUCCEDE SE LE ENERGIE DI UN APICOLTORE SI UNISCONO A QUELLE DI UN MUSICISTA? Nasce il “Progetto Arnia”

La mia passione per le api ha voluto spingersi oltre, trasformando la natura in arte in un modo alquanto bizzarro. Raccogliere tutti i suoni prodotti dalle api con una particolare “ARNIA Espositiva da concerto “, tramite apparecchiature microfoniche, per poi essere tradotte in musica. Questa nuova visione è nata dalla mia passione per la musica e per le api e grazie alla preziosa collaborazione e condivisione del progetto con il maestro Francesco Cilione.

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L’APITURISMO SI PUO’ SVILUPPARRE ANCHE IN ITALIA GRAZIE ALLA DIFFUSIONE DEGLI APIARI OLISTICI

Articolo pubblicato sul numero di marzo 2021 della rivista L’Apicoltore Italiano

Il turismo è un ramo dell’economia in cui i valori culturali e naturalistici devono essere considerati e preservati. La tendenza osservata nel turismo negli ultimi anni è quella orientata all’interesse per forme pro-ambientali di viaggio: ecoturismo e agroturismo, turismo naturale e culturale. I turisti cercano modi attivi per trascorrere il tempo libero; bisogna considerare che non solo l’attività fisica è cruciale ma anche quella cognitiva. L’opportunità di fare nuove esperienze, di incontrare le specificità naturali e culturali di una regione diventano un motivo di viaggio.

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IL SUONO DELLA NATURA: suoni naturali e benefici per la salute

Quando ci si avvicina per la prima volta ad un APIARIO OLISTICO, ci si aspetta che escano nubi di api a “danzarci” attorno, minacciose e rumorose con il loro ronzio fitto fitto. E invece via via che ti avvicini, un fragrante dolce profumo di miele ti raggiunge e ti meravigli che le paure si sciolgano al caldo avvolgente del “balsamo” delle api.

Una volta dentro l’Apiario Olistico, le fragranze del legno mescolate ad un aroma di vaniglia e confetti meritano tutta la capacità di inspirare quest’aria magica. Passa quasi inascoltato il tenue ronzio delle apette, trattenute nelle loro arnie, che accennano a scoprire chi è entrato nel loro mondo (nella foto quello di Otranto). Certo, sulle prime osservi con curiosità, attraverso le fitte reti delle finestrelle che si aprono nelle case delle api, i loro movimenti, il loro accalcarsi al confine, aspettandoti quasi un “benvenuto tra noi”, anime della Natura. Poi, rilassandoti, ti sdrai e ascolti il loro suono e ti rilasci lo stress.

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SIAMO PRONTI PER L’APITURISMO IN ITALIA?…… si può sviluppare anche grazie agli apiari olistici

La fantasia degli Apicoltori e dei Gestori di B&B di campagna ha portato un contributo alla realizzazione di APIARI OLISTICI in Italia. La soluzione, oltre a poter contribuire alla diffusione dell’apicoltura nel nostro Paese, permette di aprire nuove opportunità di reddito, sviluppando una collaborazione tra varie figure professionali.

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