IL VALORE DELLE API

Le api che vediamo oggi discendono da quelle presenti circa 50 milioni di anni fa, che hanno superato glaciazioni, inondazioni, incendi, guerre, carestie, la peste e la spagnola. Nonostante questo oggi sono ancora presenti. Un’ape da sola non durerebbe che pochi giorni e lo stesso accadrebbe se ci fossero 100 api senza regina. Se hanno superato tutte queste avversità è perché vivono in una grande famiglia organizzata dove nessuno comanda ma tutte sanno esattamente come comportarsi per proteggere la loro famiglia.

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8500 anni fa nasceva il primo apicoltore

Raccolta di miele in Nepal

Nei capitoli precedenti ho parlato delle immagini rupestri risalenti ai tempi dell’antico Egitto che, fin da quell’ epoca, legano gli umani alla dorata e dolce sostanza prodotta in natura dalle api, il miele.

Già a quei tempi, una arcaica caccia ai prodotti che offriva la natura, trovava un aiuto nelle api selvatiche con le larve nutrienti e digeribilissime. Il mestiere di apicoltore, infatti, colui che in un certo senso addomestica, detiene e gestisce gli alveari, iniziò nel periodo neolitico, circa 8500 anni fa.

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Le api, l’antropologia e l’evoluzione dell’uomo sapiens

Gli antropologi che studiano la dieta degli uomini preistorici concordano su un menù paleolitico basato sulla combinazione di proteine e grassi animali, alimenti vegetali, bacche, foglie e con un ricco dessert a base di larve, comprese quelle delle api e il miele che assumevano insieme alla cera, polline ecc. dei favi che predavano.

È proprio questa ricchezza e varietà alimentare, che ha consentito l’aumento di volume del cervello degli ominidi e discenderebbe il vantaggio competitivo degli appartenenti al genere Homo, rispetto ad altri animali con una dieta più rigida. Non sembra dunque un caso che alla riduzione della dentizione umana relativa al nono e forse il decimo molare, sintomo dell’innovazione culinaria con alimenti che necessitano di meno masticazione, sia coinciso un aumento della massa cerebrale. (Brace et al 1987, 1991; Leonard et al. 2OO7). Anche oggi nelle popolazioni non sviluppate, il loro apparato dentale non vive le malattie presenti nelle popolazioni moderne e industrializzate. 

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API E AGROECOLOGIA

Se diciamo Chimica associamo la parola direttamente a sostanze velenose o dannose, ma non dovrebbe essere così, o per lo meno ci auguriamo che cambi presto la situazione.

Nell’Antropogene, l’epoca geologica attuale, l’uomo è predominante e l’attività dell’uomo fortemente caratterizzata, la Chimica gioca un ruolo fondamentale e il suo compito deve divenire quello di custodire il pianeta e aiutare a ridurre le diseguaglianze mediante l’uso delle energie rinnovabili e dell’economia circolare. Allo stato attuale la terra risulta fortemente inquinata e i pesticidi causano danni ormai dimostrati scientificamente, secondo l’ONU: inquinano l’ambiente, uccidono o fanno ammalare le persone, destabilizzano l’ecosistema alterando il rapporto tra prede e predatori, limitano la biodiversità.

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Il volo a memoria delle api, il nomadismo e il loro stress

Dei ricercatori di due università tedesche hanno dimostrato che le api mellifere conservano una memoria degli elementi paesaggistici lineari dominanti nella loro zona di origine, come canali, strade e confini. Quando vengono trasportate in un’area sconosciuta, esse cercano elementi locali di questo tipo, ne confrontano la disposizione con la memoria e volano lungo questi elementi per cercare la strada di casa.

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COME IL MIELE TI AIUTA A DORMIRE MEGLIO

Usare il miele grezzo per migliorare il sonno o come aiuto per dormire potrebbe sembrare un po’ un’affermazione azzardata perché il miele è solo zucchero salutare, giusto? Beh, in realtà no. C’è molto di più nel miele di quanto sembri. Che tu ci creda o no, il miele può aiutarti a dormire meglio, con un sonno più profondo e più riposante.

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Miele di Corbezzolo: Elisir di Salute!

Il miele, già definito elisir di lunga vita da Pitagora, nei secoli è sempre stato considerato alimento essenziale e nutrimento spirituale. Le proprietà benefiche del miele risalgono a tempi immemori, circa 3000 anni prima della nascita di Cristo. Gli Egizi furono i primi a sfruttarne tutto il potenziale: spirituale, cosmetico e nutraceutico; testimonianze che trovano conferme nelle tombe dei faraoni. Durante gli scavi archeologici, infatti, sono stati ritrovati vasi di miele che veniva utilizzato durante i riti di mummificazione o per curare disturbi digestivi, scottature e ferite.

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Nell’antichità, l’Assiria veniva definita: “Il paese del miele e dell’olivo”

Rimaniamo ancora un po’ nella storia dell’apiterapia e delle medicine tradizionali

Nel palazzo di Asurnasirpal a Nimrud, gli archeologi scoprirono un bassorilievo dove era rappresentato Assov, dio alato protettore delle messi, nell’intento di impollinare il fiore del dattero. I dati letterali testimoniano come gli Assiri conoscessero l’arte del trattare le api, dato che sembra essi sapessero dare origine ad un suono che poteva condizionare il loro movimento.

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Apiario Olistico e Riconnessione con la Natura

Vi racconto il mio Apiario Olistico e tutto quello che sta riuscendo a dare. L’apiario Olistico è una casetta di legno alla quale sono collegate dall’esterno le arnie opportunamente modificate, comunicanti con l’interno della casetta e protette da rete, grazie a queste finestrelle è come essere nella “pancia” dell’arnia e quindi avere contezza di ciò che succede all’interno di essa sia come suoni che come odori.

L’arnia ha un odore particolare, che è la somma di un mix di odori, quali cera, miele, propoli… tutto ciò finora era prerogativa solo dell’apicoltore, come lo era sentire le varie frequenze di ronzio delle api, grazie all’apiario olistico è possibile far vivere tutto questo anche ai non addetti ai lavori.

All’interno dell’apiario olistico suoni e odori si fondono, come in una composizione musicale l’armonia di un accordo dipende dall’equilibrio delle proporzioni e dall’intensità, anche nell’apiario si toccano queste note sia dal punto di vista del suono udito che dall’intensità della nota olfattiva che varia in relazione alla volatilità dei suoi componenti. Quest’armonia ha un nome, si tratta della sinergia dell’Apiaromaterapia e del Beehumming.

Sia il suono scaturito dalle api, a particolari frequenze, che l’odore sono capaci di donare benessere psicofisico.

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Apicoltura e antico Egitto

Il primo documento storico dell’apicoltura di tipo domestico si ritrova nell’Egitto dei
Faraoni sul bassorilievo del sarcofago di Mikeri-nos (circa 2560 a.C.).

È da questo periodo che inizia lo sfruttamento razionale dei prodotti dell’alveare.
Furono proprio gli Egizi ad inventare una pratica utilizzata con grande profitto anche
ai giorni nostri, il nomadismo (spostamento degli alveari in prossimità di piante
specifiche), per ottenere una maggiore quantità di miele e spesso di
selezionarne, tipicità e le qualità.

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