IL VALORE DELLE API

Le api che vediamo oggi discendono da quelle presenti circa 50 milioni di anni fa, che hanno superato glaciazioni, inondazioni, incendi, guerre, carestie, la peste e la spagnola. Nonostante questo oggi sono ancora presenti. Un’ape da sola non durerebbe che pochi giorni e lo stesso accadrebbe se ci fossero 100 api senza regina. Se hanno superato tutte queste avversità è perché vivono in una grande famiglia organizzata dove nessuno comanda ma tutte sanno esattamente come comportarsi per proteggere la loro famiglia.

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Le api, l’antropologia e l’evoluzione dell’uomo sapiens

Gli antropologi che studiano la dieta degli uomini preistorici concordano su un menù paleolitico basato sulla combinazione di proteine e grassi animali, alimenti vegetali, bacche, foglie e con un ricco dessert a base di larve, comprese quelle delle api e il miele che assumevano insieme alla cera, polline ecc. dei favi che predavano.

È proprio questa ricchezza e varietà alimentare, che ha consentito l’aumento di volume del cervello degli ominidi e discenderebbe il vantaggio competitivo degli appartenenti al genere Homo, rispetto ad altri animali con una dieta più rigida. Non sembra dunque un caso che alla riduzione della dentizione umana relativa al nono e forse il decimo molare, sintomo dell’innovazione culinaria con alimenti che necessitano di meno masticazione, sia coinciso un aumento della massa cerebrale. (Brace et al 1987, 1991; Leonard et al. 2OO7). Anche oggi nelle popolazioni non sviluppate, il loro apparato dentale non vive le malattie presenti nelle popolazioni moderne e industrializzate. 

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API E AGROECOLOGIA

Se diciamo Chimica associamo la parola direttamente a sostanze velenose o dannose, ma non dovrebbe essere così, o per lo meno ci auguriamo che cambi presto la situazione.

Nell’Antropogene, l’epoca geologica attuale, l’uomo è predominante e l’attività dell’uomo fortemente caratterizzata, la Chimica gioca un ruolo fondamentale e il suo compito deve divenire quello di custodire il pianeta e aiutare a ridurre le diseguaglianze mediante l’uso delle energie rinnovabili e dell’economia circolare. Allo stato attuale la terra risulta fortemente inquinata e i pesticidi causano danni ormai dimostrati scientificamente, secondo l’ONU: inquinano l’ambiente, uccidono o fanno ammalare le persone, destabilizzano l’ecosistema alterando il rapporto tra prede e predatori, limitano la biodiversità.

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Il volo a memoria delle api, il nomadismo e il loro stress

Dei ricercatori di due università tedesche hanno dimostrato che le api mellifere conservano una memoria degli elementi paesaggistici lineari dominanti nella loro zona di origine, come canali, strade e confini. Quando vengono trasportate in un’area sconosciuta, esse cercano elementi locali di questo tipo, ne confrontano la disposizione con la memoria e volano lungo questi elementi per cercare la strada di casa.

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Api e cellule del corpo (parte 2°)

Quello che oggi può sembrare assurdo ma riconosciuto già al tempo degli Egizi e degli Esseni, è che anche la più minuscola parte di un organo, (l’alveare è un organismo), una cellula, (ogni ape è una cellula di quell’organismo) avesse bisogno che le si parlasse in modo amorevole, ossia aveva bisogno di essere riconosciuta come un’entità a sé stante, intelligente, permeabile, tanto all’amore quanto all’aggressività, tanto a senso di unità quanto al senso di separazione.

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Api e cellule del corpo (parte 1°)

Le malattie nascono e crescono nel disordine, in primis quello psicofisico.

Alle api, questo concetto sembra essere chiaro e scontato, la pulizia interiore è intimamente visibile (sudore, feci, orina) più di quella esterna. Questa trascuratezza non consente alle cellule, organi e sistemi di funzionare correttamente perché nel disordine i diversi equilibri, la circolazione dei liquidi e i sistemi di controllo (nervoso e ormonale) si alterano.

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Le api e le loro sensazioni

Grazie alla gentile disponibilità del Gardian, rilanciamo un articolo apparso il 16 luglio scritto da Donna Fergusson che ci anticipa l’uscita di un libro sulle api che speriamo in Italia sia tradotto presto: “The Mind of a Bee” del prof. L. Chittka, pubblicato dalla Università di Princeton.

“Ora abbiamo prove che suggeriscono che nelle api c’è un certo livello di consapevolezza, una sensibilità, e che hanno stati simili alle emozioni”, dice Lars Chittka, professore di ecologia sensoriale e comportamentale alla Queen Mary University di Londra.

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La dieta può cambiare la genetica? Api ed epigenetica

Spesso, parlando di diete alimentari (e sottolineo diete perché mi pare giunto il momento di sdoganare questo termine antico), viene chiesto se ciò che mangiamo possa modificare anche il nostro assetto genetico.

Cioè se scegliendo un particolare alimento rispetto ad un altro si attuino dei cambiamenti nel come le nostre cellule riescano a spegnere o accendere i loro geni; è questo uno dei tanti quesiti dell’epigenetica, campo della biologia che studia la variazione del comportamento di una cellula (o tessuto cellulare) rispetto ad una sua gemella o clone sottoposta a condizioni esterne diverse. La sua alimentazione è una delle possibili sorgenti di pressione a modificarsi, nonostante il suo DNA resti totalmente simile alla sua sorella o clone.

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LE API COME INSETTI BIO-INDICATORI: i risultati delle attività di biomonitoraggio in collaborazione all’azienda Ducati Motor Holding S.p.A.

Articolo pubblicato sul numero di aprile 2022 della rivista L’Apicoltore Italiano

Nell’ambito delle proprie attività di  monitoraggio ambientale, l’azienda  Ducati  Motor  Holding S.p.A ha sempre promosso un significativo impegno per la tutela delle biodiversità e per il rispetto  della salute pubblica. Nel 2016 l’azienda ha avviato un piano di monitoraggio ambientale che si avvale delle api come insetti “bio-indicatori”. Dal 2017 la realizzazione del progetto viene svolta in collaborazione con la Dott.ssa Tulini, Veterinario libero professionista e PhD in Sciente degli alimenti e Tossicologia Veterinaria. Il goal di maggiore interesse nel primo anno (2017) è rappresentato dall’individuazione del glifosate, erbicida applicato in azienda per il controllo delle piante infestanti, come principale causa dello spopolamento degli alveari che si era registrato in modo ciclico, con regolarità costante, negli anni precedenti. Tuttavia il percorso di indagine eco-tossicologica finanziato dalla Ducati, ha rivelato un basso impatto dei pesticidi nell’areale monitorato dagli alveari sentinella.

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